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SAGGIO DI RICERCHE

SULLA

SATIRA CONTRO IL VILLANO

SAT

V

CAPITOLO I.

CAUSE CHE DETERMINARONO QUESTA SATIRA.
LA CONDIZIONE ECONOMICA DEI VILLANI

NEL MEDIO EVO.

Uno dei tipi più caratteristici e più noti nella letteratura popolare medioevale è senza dubbio il « Villano », che incontriamo in una straordinaria quantità di componimenti satirici degni di essere studiati, se non per la loro poca importanza letteraria, almeno per la luce che possono portare alla conoscenza dei rapporti fra le diverse classi sociali nel medio evo. Soltanto la satira contro le malizie delle donne, colle quali i Villani hanno avuto molte volte comuni i capi d'accusa, e quella contro la corruzione del clero, possono paragonarsi in fecondità ed in violenza a quella assai copiosa di cui furono fatti bersaglio i poveri coltivatori del suolo. Oggetto del più profondo disprezzo da parte dei signori per i quali erano composte le poesie satiriche dei menestrelli, i villani furono colpiti con non meno feroci invettive dagli appartenenti alle altre classi sociali, e specialmente dalla plebe cittadina, per quell'antagonismo assai vivo che ha sempre diviso gli abitanti della campagna da quelli della città, e che nel medio-evo era inasprito da speciali ragioni

MERLINI, La Satira contro il Villano.

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economiche. Da quali cause fu originata questa satira feroce contro i villani? Ecco la questione più difficile a risolversi in questa nostra ricerca.

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Lo Stoppato aveva promesso di dedicare un capitolo speciale del suo lavoro annunciato sul Ruzzante allo studio del tipo del villano nella letteratura popolare durante il medio-evo; ma la morte immatura che l'ha rapito, non ha permesso ch'egli mandasse a termine il suo divisamento. Il Novati 2, illustrando una poesia medioevale satirica contro i villani « De natura rusticorum » 3, ha ricordato un buon numero di queste produzioni satiriche contro i villani del medio-evo, ed egli pure si è domandato: «Perchè << i miti abitatori dei campi, quei coloni che il buon Virgilio «< chiamava pii, presso i quali la giustizia aveva soffermato << il piede ancora un istante prima d'abbandonare la terra << per sempre, essi la di cui semplicità ed innocenza sono

«

1 STOPPATO, La Commedia popolare in Italia, Padova, Draghi, 1887, pag. 151.

2 NOVATI, Carmina medii aevi. Alla Libreria Dante in Firenze, 1883, pag. 25.

3 Ne esiste una copia anche nel cod. 1393 della comunale di Verona a c. 112-114.

La corrente satirica medioevale contro i villani che godeva tanto favore nella letteratura popolare, per quei frequenti e reciproci influssi che sogliono manifestarsi tra questa e la letteratura classica, ebbe dei caldi propugnatori anche tra gli scrittori classici, ed è curioso anzi il vedere come essi ricordino le lodi fatte dagli antichi all'innocenza dei rustici, per dimostrarle molto male attribuite. Così il PETRARCA dopo di aver ricordato il noto passo di VIRGILIO (Georg., II, 473) afferma recisamente che ora la giustizia si comporterebbe in maniera ben diversa coi villani.

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De Villico malo et superbo

- "D. Villicum insolentem

patior. R. Insolentem tantum, et non furem bene tecum agitur. D. Villicus malus est mihi. R. Malum fer aequanimis, villicus nisi pessimus, bonus est. D. Villicum durum aegre fero. R. Mollem delicatumque ferres aegrius, durities rusticorum epitheton est... D. Dixi dum rure gloriareris, excultos rusticos, ultimos hominum terris abeuntem iustitiam reliquisse; si unquam genus humanum revivisceret, eosdem illos puto ultimos reper

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