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T. TARAFENVS T. F. SABINYS TRIVMVIR
AED, POT, II TESTAMENTO LEGAVIT
MVNICIB, RHEGINIS IVLII IN PRYTANEO
STATVAM AVREAM MERCVRII TRVLLAM
ARGENTEAM ANAGLYPTAM P. HS. LARES
ARGENTEOS SEPTEM P. HS. PELVIM
AEREAM CORINTHIAM ITEM IN TEMPLO
APOLLINIS MAIORIS PYGILARES MEM
BRANACEOS OPERCVLIS EBOREIS PYXIDEM
EBOREAM TABVLAS PICTAS XII

HEREDES EIVS PONENDA CVRAVERVNT

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Era celebre in Reggio la casa di Dionisio, che aveva degli ameni giardini ombreggiati da`platani. La strada consolare, e militare Aquilia, che fu distesa sino alle sue mura non solo gli accresceva ornamento, ma ad un commercio marittimo ben esteso univa l'altro interiore delle città, e de' popoli sparsi per tutta l'estensione sino a Roma.

Quantunque questa città fosse divenuta una coloniá, ed un municipio romano, e da' Romani frequentata, non perdette mai il suo antico linguaggio, senonchè si osserva, che a' tempi dell' impero i Reggini fossero bilingui, parlando il greco, ed il latino adotta to finanche nelle loro iscrizioni. La seguente fu riferita dallo stesso Barrio, e dal Gualtero.

D. M.
FABIA SPERATA

SAAAVSTIS

AGATHOCAES

OСAEROПIOS

АТОІСЕПОHCAN

Del celebre porto di Reggio troviamo presso gli antichi scrittori non equivoche testimonianze. Tanto in questo, che nel vicino promontorio Reggino approdò la flotta Ateniese, che, secondo

Tucidide (1), era forte di 136 legni da guerra, e di moltissimi altri da trasporto per conquistar la Sicilia.

Si è creduto dagli antichi, che Reggio fosse così appellato dal greco Ρηγιον, che significa rompere, e spezzare, perchè un' orrenda immemorabile catastrofe quì avvenuta divise da questo sito quel gran pezzo di continente, che formò la Sicilia, ed aprt fra le due terre uno stretto varco dal mar Tirreno al mar Gionio. Fu questo il sentimento ancor di Strabone sull' autorità di Eschilo da lui citato: Rhegio nomen inditum est ob Siciliam ab continente vi terraemotus avulsam: ma poi dubitò, se da' Sanniti per la di lei grandezza, secondo il latino linguaggio, fosse Regium appellata. Quanto è incerta la prima etimologia altrettanto può dirsi probabile la seconda, quantunque non pochi moderni abbiano accusato Strabone, come ignaro della storia Sannitica, da cui non si ha, che il dominio di questi popoli si fosse steso così di lontano, nemmeno nelle epoche migliori del loro potere. Ma se costoro avessero riflettuto che i Sanniti di Strabone non furono altri, che i Lucani figli de' Sanniti, e da' loro progenitori separati, la cui primitiva regione, secondo l'antichissimo Scilace, si distendeva sino a Reggio; si sarebbero essi astenuti di tacciare il migliore de' Geografi antichi. In ea (Lucania ) egli scrisse urbes sunt Posidonia, Elaea, Pandosia Plataeensium, Terina, Hipponium, Medma, Rhegium promontorium, atque oppidum. Ecco tutta la riva marittima della Brezia occupata una volta da' Lucani. Io potrei riunire altri riscontri di antichi autori per confermare questa vetusta estensione del dominio Lucano ma mi riserbo di parlarne a proprio luogo. I Sanniti adunque, o per dir meglio i Lucani, diedero a Reggio un nome tratto dal loro osco

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(1) Thucyd. lib. VI.

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linguaggio, che corrispondeva al Regium latino tradotto da Strabonc nel greco Вzoλuor, cicè città primaria, grande, ed illustre. Che se si cerca per risapere qual fosse stato precisamente questo nome osco, o sannitico imposto a questa città, noi presenteremo la riportata moneta, in cui trai caratteri greci antichi è facile distinguere qualche osco elemento, e si troverà, che una volta si appellasse. È questa la più convenevole etimologia del nome di Reggio accennata da Strabone. Crederemo ora a! Mazzocchi (a), che la derivò dal fenicio Rac Rex, Regium, ovvero a' Greci effusissimi della loro gloria, che fecero qui venire una colonia di Calcidesi per un comando di Apollo per gittarne le fondamenta ?

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Che in questo sito avvenisse l'accennata terribile convulsione ne' tempi i più rimoti, è un fatto accertato da tutta l'antichità, c da' segni permanenti nell' uno, e nell' altro lido e nell' altro lido, che ci tolgono da ogni dubbiezza. Virgilio raccoglitore delle più vetuste tradizioni, ne lasciò ricordo alla posterità in quegli elegantissimi versi degui di esser riportati (2):

(a) Di questa moneta parlò lungamente il Mazzocchi Auctar. I ad tab. H. p. 550 riconosciuta da lui interamente osca, donde ne trasse, che l'antico nome di Reggio fosse stato Recion. Egli ancora si uniformò al sentimento di Strabone, che i Sanniti gli dessero questo nome, pe' quali intese i Brezj da' Sanniti discesi tutti originarj dall'antica famiglia degli Osci. Dal Recion santritico derivò poi il Bario de' Greci, ed il Regium, o la Regia de' Latini. Dopo cotal derivazione di nomi il Mazzocchi non si acchetò, ma volle di più

rintracciare donde mai fosse venuto qual Recion, ed invece di fermarsi nella lingua osca, saltò all' oriente per trovarla tra i Fenicj, ed i Caldei. Questa interpetrazione formò le seconde cure Mazzocchiane , giacchè nella prima diatriba Sect. V avea maltrattato orribilmente Strabone ineptire virum summum dicerem per aver nominato i Sanniti, e derivò il nome di Reggio da' Fenicj. Così anche gli uomini insigni sono spesso costretti a cambiar sistemi, ed idee.

(2) Virgil. Aeneid. III.

Hace

Haec loca vi quondam, et vasta convulsa ruina,
Tantum aevi longinqua valet mutare vetustas!
Dissiluisse ferunt, quum protinus utraque tellus
Una foret venit medio vi pontus et undis
Hesperium Siculo latus abscidit, arvaque, et urbes
Littore deductas angusto interluit aestu.

Dextrum Scylla latus, laevum implacata Charybdis
Obsidet, atque imo barathri ter gurgite vastos
Sorbet in abruptum fluctus, rursusque sub auras
Erigit alternos, et sidera verberat unda.

S. 40.

TAVROCINVS FLYVIVS

Il nome di questo piccolo fiume, che scorre al lato sinistro di Reggio, sarebbe restato ignoto, come tanti altri, alla posterità, se non avesse dato una volta il suo nome a'Reggini. Abbiamo questa notizia da Catone nel libro a lui attribuito delle Origini: Rhegini Taurocini vocantur de fluvio, qui praeterfluit. Oggi, al dire del Barrio (1), è conosciuto col nome di Calopinaco.

S. 41.

RHEGIYM PROMONT. ET TEMPLVM DIANAE

Troviam memoria del promontorio Reggino presso Scilace, che poco fa abbiamo citato. Parlando egli dell' antichissima estensione della Lucania notò, che arrivava una volta a Terina, ad Ipponio, et Rhegium promontorium.

(1) Barr. cit. lib. III cap. I.

12

Ma più chiara testimonianza di questo promontorio ci si porge da Tucidide (1). Risappiamo da lui, che la poderosa armata Ateniese venuta per conquistar la Sicilia a cagione delle guerre interne tra i Siracusani, e gli Egestei, non essendo stata ricevuta da' Reggini nel loro porto, essa si fermò nel promontorio di Reggio poco dalla città distante, la cui gente sbarcò presso di un tempio dedicato a Diana. Quì però furon provveduti da' Reggini di tutte le cose, di cui avean bisogno: donec ventum est ad Rhegium Italiae promontorium, atque hic congregabantur, et extra urbem, quia Rhegini ipsos intra muros non recipiebant) castra fecerunt ad templum Dianae, ubi etiam Rhegini mercatum ipsis praebebant. Tucidide adunque distinse un promontorio vicino a Reggio, dove le navi degli Ateniesi si fermarono, e dippiù un tempio dedicato a Diana dove trovarono quanto loro facesse bisogno. Questo tempio al certo non doveva esser altro, che un luogo di fiera, e di mercato, come il tempio di Giunone Lacinia presso Crotone, e di Proserpina a Locri.

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questo medesimo promontorio troviam notizia in Trogo Pompeo, o nel di lui epitomatore Giustino (2), allorchè descrisse i confini della Sicilia: Proximum Italiae promontorium Rhegium dicitur, e ne addusse l'etimologia dal greco, perchè si voleva rotto, e dismembrato : ideo, quia graece abrupta hoc nomine pronuntiatur.

e

Questo promontorio ignoto al Barrio, ed a' suoi comentatori, non marcato nelle carte dell'antica Italia, esser doveva de' tre promontorj di questo lido il più vicino a Reggio, e perciò noi lo riconosciamo nell' odierno capo Pittaro passate il fiumicello Taurocino, siccome il tempio di Diana doveva innalzarsi dappresso al picciol paese appellato Motta s. Giovanni. Lo stesso Tuci

(1) Thucyd. lib. VI.

(2) Justin. Histor. lib. IV.

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