Imagens das páginas
PDF
ePub
[blocks in formation]

gomento, a parer mio, più forte, si è questo: le tre Ninfe pregaron Beatrice di volgere a Dante gli occhi santi; e proseguendo la preghiera, aggiungono ch' ella disveli a lui la bocca; che vuol ciò dire? non altro che questo: Volgiti a lui, solleva il velo, perch' ei vedendo il tuo viso, ti contempli nella tua bellezza immortale. Tutto dunque pesato, se bocca s'avesse qui da prendere nel senso proprio, non sarebbe compita la promessa delle Virtù Cardinali (vv. 109-111), non compito il ministero delle Teologali, e il paragone implicito sarebbe tra occhi e bocca, mentre per seconda bellezza intendendo la bellezza attuale, la immortale, il paragone s'allarga tra la Beatrice di Firenze e la Beatrice del Paradiso, e non fa che svolgere più chiaramente l'idea poco prima toccata (vv. 82-84), come a dire : Se pure attraverso il velo mi parve che Beatrice tanto in bellezza ora vincesse l'antica, quanto l'antica vinceva al mondo tutte le donne, pensa o lettore, che sarà stata adesso, che si era tolta il velo!

139-145. Beatrice asseconda la preghiera delle tre Virtù, e si svela; Dante, a quell' incomprensibile spettacolo di bellezza, non descrive, non narra, ma con un'uscita insolita e potente, si domanda qual mente umana sarebbe capace di farlo (di ciò cf. Par., XIV, 79-81, nel commento. O isplendor ecc.; non senza perchè attribuisce a Beatrice quello che nel libro della Sapienza (VII, 26; cf. v. 121) è attribuito alla Scienza divina, parole che Dante riporta altrove (Conv., III, 15): e veggasi al v. 109, nel commento. Altrove, in consimile congiuntura (Par., XXX, 97-99) :

O isplendor di Dio, per cui io vidi
L'alto Trionfo del regno verace,

Dammi virtù a dir com' io lo vidi.

Cf. Purg., XXIX, 37-42. Pallido; il Lombardi, seguendo il Daniello : <Supponendo Dante il monte Parnaso qual lo descrive Ovidio, arx umbrosa (Metam., lib. 1, 7. 467), e che (come di fatto succede) impallidisca colui che sempre abita all' ombra, passa quindi con vaghissima traslazione a ripetere dall' ombra dei boschi del Parnaso quel pallore che gli studiosi uomini pel continuo ritiro ed applicazione a' libri contraggono; ed invece di dire Chi ha mai tanto studiato, dice Chi si fece si pallido sotto l'ombra di Parnaso? > Qui il pallido porta al macro del Par., XXV, 3; nell' Egl. 1, 28-30, dice del pari di sè, in persona di Mopso:

Montibus aoniis Mopsus.

Se dedit, et sacri nemoris perpalluit umbra.

In sua cisterna; alla sua fonte (cf. Purg., XXIX, 40 e 42, nel commento). Ingombra; impacciata, offuscata (cf. Par., 1, 127; Epist. X, §. 28 e 29; Conv., III, 4). Render; ritrarre (cf. Conv., 111, 8, lin. 90-100). Là dove ecc.; il Casini : « Varie interpretazioni sono state date di questo verso abbastanza oscuro; la più comune opinione degli interpreti, dal Buti al Tommaseo, è che qui come già in Purg,. XXX, 93, sia accennata la dottrina platonica dell'armonia prodotta dai cieli nel loro movimento, e che il verso significhi : là nel paradiso terrestre, dove le sfere risonando con la loro armonia ti circondavano. Ma l' Antonelli, giustamente osservando che in questo caso il poeta avrebbe detto adombrava, propone un' altra spiegazione : egli dà al

93.

[blocks in formation]

verbo adombrare il senso di rappresentare, rendere immagine, e intende : là dove il cielo armonizzando con la terra dell' innocenza, rende appena con la sua bellezza un' immagine della tua bellezza divina. » Il Tommaseo : < Sebbene il verso che fa intorno a Beatrice armonizzare non solo gli Angeli ma i cieli, mossi (secondo l' idea del Poeta) dalla loro virtù, sia de' più degni di lui : nondimeno più fecondo di bellezza e teologica e psicologica e poetica l'altro, che dice l'oggetto reale della contemplazione, quieto dinanzi all' anima e uno, nell' idolo della mente trasmutarsi tuttavia e variare. › Ti solvesti; il Cesari : « Quel ti solvesti nell' aere aperto, ha una nobiltà pellegrina; mostrando che, a modo di nudo spirito, si fosse la bellissima persona di lei diradata (?!) nell' aere: a dire ti apristi tutta in tuo nudo sembiante, si abbassa il concetto, non che si chiarisca. >

Nota le terzine 1, 2, 3, 6, 7, 9, 11, 14, 15, 17, 18, 19, 22, 23, 24, 26, 28; 30 alla 37; 39 alla 42; 45 e 48.

[blocks in formation]

1-3. Notati dall' Alfieri. Fissi ecc. (cf. Par., XXI, 1); e nel Conv. (II, 8) ne dichiara, che pensando alla sua Beatrice, già fatta de' cittadini del Cielo, se n' andava quasi rapito, fuori di sè per quel pensiero (cf. Vit. N., §. 35). Decenne sete; il desiderio sostenuto dieci anni, cioè dal momento che Beatrice morì sino ad ora (cf. Vit. N., §. 30; Purg., XXX, 126). — Spenti; sospiri, fuori di esercizio (per quanto s' è detto nel Purg., IV, 1-6).

4-6. L' Alfieri notò il primo, e del secondo la frase di non caler. Quinci e
quindi; d'una e d'altra parte. Parete; ostacolo al loro divagare (cf.
Purg., XXX, 119, nel commento). Di non caler; di non darsi pensiero di
mirar altra cosa; ad essi di null' altro importava, che di mirar la faccia di
Beatrice; e questo ardore di contemplazione e di fruizione, astraendoli da
qualunque altro desiderio, formava come una parete, un ostacolo, per non
volgersi ad altra cosa. Nel Canzoniere (P. 11, canz. VII, st. 4):

Dagli occhi suoi mi vien la dolce luce,
Che mi fa non caler d' ogni altra donna.

[blocks in formation]

Già eran gli occhi miei rifissi al volto
Della mia donna, e l'animo con essi,
E da ogni altro intento s'era tolto.

Santo riso; il suo sorridere, la luce de' suoi occhi e del suo aspetto (cf.
Par., XXIII, 59-60). Che riso valga la luce, la bellezza, che si spandeva dagli
occhi di Beatrice, basta anche solo leggere Par., VII, 17; XV, 34; ed è questa
appunto, levato il velo, la seconda bellezza, ch' ella prima celava (Purg.,
XXXI, 138). Traéli; li traeva. Rete; la rete d' amore (cf. Par., IX, 53);
altrove corda (Par., XXVIII, 12; cf. Purg., XXVII, 54, nel commento).

7-9. L' Alfieri notò il primo, e del secondo ver la sinistra mia ecc. Ricordiamo che il Poeta tolto da Matelda dalle acque del Lete e affidato alla quattro Virtù Cardinali (Par., XXXI, 103-105), fu da queste menato al petto del Grifon, e perciò di rimpetto a Beatrice (ivi, vv. 109-114). Dal lor luogo, cioè dalla destra del Carro vennero presso lui le tre Virtù Teologali (ivi, vv. 130-132); dunque, in tale posizione del Poeta, le Cardinali gli erano alla destra, alla sinistra le Teologali. Ora dicendone che al richiamo di quelle dee egli si volse a sinistra, resta chiaro che troppo fiso fu pronunciato dalle Teologali; e per conseguente è falsa ogni interpretazione che qui intenda delle Cardinali, o, come spiega col Lana il Tommaseo, sì delle Cardinali che delle Teologali.—Per forza (cf.v.15); contro sua voglia, che ben avrebbe vo

[blocks in formation]

luto continuare in quella speculazione. Mi fu vôlto; le parole troppo fiso fecero sì ch' io volgessi ecc. — Il viso; la vista. -- Dee; le tre Virtù Teologali. Dee chiama altrove i tre ordini della seconda Gerarchia angelica (Par., XXIII, 121).-Perch' io ecc.; mi volsi, perchè sentii dirmi : Tu guardi troppo fissamente (il Cod. Antald. legge : « Perch' io udii da lor : non troppo fiso »). È chiaro che qui viene insinuata moderazione, la quale pur nel bene è ottima norma. Il Tommaseo : « La mente che troppo, e innanzi d' esserne degna, s'affisa nella Rivelazione, ne rimane abbagliata. » E qui sarebbe bello raccogliere quante volte quindi innanzi dalla luce degli occhi di Beatrice il Poeta resti abbagliato (cf. Par., IV, 139-142), e come da quegli occhi tragga egli virtù a sollevarsi pei Cieli (ivi, 1, 65 e segg.; XIV, 82; XVII, 113-114; XXVI, 10-12 ecc.), e come da tal luce si rinvigorisca così, da farsi capace di fissar poi l'occhio nella luce stessa di Dio (ivi, XXXIII, 83).

-

10-12. L'Alfieri nota il secondo. La disposizion ecc.; quella disposizione a vedere che è negli occhi percossi or ora dai raggi del Sole; ovvero quell' abbagliamento che è negli occhi di recente percossi dal Sole, mi fece rimanere alquanto tempo senza la vista (della voce disposizione cf. Conv., II, 10, verso il fine, ov'è usata due volte). - Dal Sol percossi : cf. Purg., XXX, 40, nel commento. Senza la vista ecc.; cf. Purg., XXIV, 142. L' Antonelli: << Per darci un' idea di quanto splendessero gli occhi di Beatrice, il Poeta dice che quando fu tolto dalla contemplazione di quelli e si volse a sinistra, si accorse che gli occhi suoi erano come se li avesse sin allora tenuti rivolti al sole, perchè in sulle prime non vide niente, siccome accade allorchè da quella vivissima luce si passa a rimirare oggetti men chiari. E sì che da quella parte si trovavano le tre Dive, il glorioso esercito, dove taluni portavan corone che facevano i corpi loro parere ardenti; le sette fiamme dei candelabri, e più in alto anche il Sole!» Si vegga cosa consimile che altrove accadde al Poeta, dopo veduto S. Giovanni Evangelista (Par., XXV, 118 e segg.). Qui cominciano que' salutari abbagliamenti, che il Poeta riceverà più volte dal crescente lume di Beatrice, e che lo disporranno a fissar gli occhi nella Luce divina (cf. Par., IV, 139-142).

13-18. Notati dall' Alfieri. Al poco ecc.; Dante rivolgendo gli occhi da Beatrice, li posa sulla mistica processione, che già s'era rimessa in via. Ma tanta era la luce, che partia dal volto di Beatrice, che tutta quella che vedemmo de' sette candelabri far l'aer luminoso (Purg., XXIX, 23), e quella che certo dovea diffondersi dagli Angeli e dai Santi, che doveva essere pur grande, il Poeta, paragonata a quella, la dice poca. -- Riformossi; si riebbe, si rifece atto a sostenere la minor luce proveniente dalla processione ecc. (cf. Inf., XI, 10-12, dove d' altro organo). Nell' Epist. IV, §. 2 e 3) : « Corruptio unius amori generatio est alterius in anima reformati..... Potentiæ sensitive, manente organo, per corruptionem unius actus non depereunt, et naturaliter reservantur in alium.» - Sensibile; sostantivo, e vale oggetto che attira il nostro senso; qui è la luce veniente da Beatrice. A forza: cf. v. 7. — Mi rimossi; rivolsi la vista per la parola dettami (v. 9). Sul braccio

-

[merged small][merged small][merged small][ocr errors]
[blocks in formation]

destro ecc.; il glorioso esercito (milizia celeste,v.22), la mistica processione,che già vedemmo partitamente (Purg., XXIX, 64-150), ora prima venuta di oriente ad occidente (e Cristo è dalla Chiesa così invocato : O Oriens, splendor Lucis æterne, et Sol justitiæ, veni, et illumina sedentes in tenebris, et umbra mortis: Brev. Rom., die 21 Dec.); ora essa ripiegasi sulla sua destra (a sinistra v'era il Lete) per ritornare là onde venne, camminando così da occidente ad oriente; e perciò, essendo di mattina, doveva avere il Sole al volto. - Le sette fiamme; le fiammelle de' sette candelabri (le vive luci, Purg., XXIX, 62), che venivano in capo alla processione (Purg., XXIX, 43-54). L' Antonelli: «Se pongasi mente ai fatti narrati in questa giornata, dal salir della scala sin qui, ne indurremo che in questo punto dovevano ivi essere circa le ore dieci della mattina. Nel voltarsi dunque la maestosa processione in sul braccio destro, faceva un semicerchio da ponente a levante per tramontana e quindi i personaggi che la componevano erano feriti al volto dai raggi solari, sebbene un poco in disparte sulla sinistra quando il cambiamento di direzione fu compiuto, e ripresero la via sulla destra del rio, a ritroso della corrente. >>

19-24. L'Alfieri notò il terzo e il quarto. Come ecc.; in quella guisa che una schiera di soldati, riparata sotto gli scudi contro le offese nemiche, si volta, e prima d' aver mutato direzione gira sè stessa con la bandiera in testa ecc. Osservò il Venturi (Similit., ecc., 354), che in questa similitudine l'immagine di schiera militare consuona a quella, che il Poeta chiama milizia del celeste regno, e che è giustissima ne' suoi particolari; e prosegue : « Una schiera lunga deve fare più rivolte innanzi che tutta sia mutata di direzione : prima infatti si muove la fronte col segno, la bandiera; poi a grado a grado il corpo, e da ultimo la retroguardia. Così qui, prima i candelabri che precedono, poi la schiera dei Santi e ultimo il Carro» (osservazione già prima fatta dal Cesari, e cavategli quasi a parola). — Sotto gii scudi; gli è vero che la similitudine non mira a descriverci una schiera sotto gli scudi, sibbene a mostrarci il suo modo di volgersi, ma nondimeno neppur questa frase è, a parer mio, senza ragione e verità: quello che gli scudi per la schiera, son qui le sette fiammelle o liste che di tratti pennelli avean sembriante (Purg., XXIX, 75 e 110). Per salvarsi, dai nemici. Mutarsi; voltar direzione. Nel Par., XII, 4, descrivendoci il rotare d' un' anima gloriosa su sè stessa, ne dice :

E nel suo giro tutta non si volse ecc.

Milizia ecc.; i ventiquattro Seniori, che precedevano il Carro (Purg., XXIX, 83). Nel Par., XVIII, 124, milizia del Ciel, i Santi; Mon., 1, 5: coelestis militia, gli Angeli festanti, sulla grotta di Betlemme alla nascita di Cristo; e l'una e l'altra milizia (Purg., XXX, 43), gli e Angeli e i Santi del Cielo; tutta questa processione sentimmo poco fa esser detta glorioso esercito (v. 17). Primo legno; il timone (z. 49); prima che il timone, volgendosi, facesse volgersi il Carro.

« AnteriorContinuar »