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MALPIGLIO. Con loro parimente.

FORESTIERO. Ma forse più co'tragici, che con alcun altro, perchè l'ufficio loro è di muover orrore e compas

sione.

MALPIGLIO. Con questi piango volentieri l'amore di Massinissa, e la morte di Sofonisba, e quella di Canace e di Macareo; e laudo la pietà d' Ifigenia, e la fortezza di Rosmonda; ed abborisco la crudeltà di Solmone, e m'empie di terrore l' infelicità della misera Orbecche.

FORESTIERO. Dunque abbiamo una moltitudine d'affetti nell'animo nostro, la quale è nutrita da' versi de' Poeti con dolcissimo nutrimento, e se peravventura alcuna amaritudine v'è mescolata, fa più gustevole la dolcezza.

MALPIGLIO. Tanti sono gli affetti, che appena gli rico

nosco.

FORESTIERO. Non è men picciola fatica il conoscer se medesimo; ma son molti di loro così veloci, che indarno procuriamo di fuggirne, perchè l' ira è così presta che spesse fiate ci giunge, quando più cerchiamo d'allontanarcene; e la timorosa paura, mentre ancora il male è lontano ci sopraggiunge inaspettatamente; e la speranza, quando abbiamo difficoltà maggiore di conseguir il bene. Che dirò dell' Amore, che si dipinge alato, ed alcuni gli pongono la spada al fianco, quasi egli per la velocità del corso non abbia sempre bisogno di saettare? che dell' invidia, della gelosia; che fanno velocissimamente le operazioni? che dell'allegrezza medesima? la quale, tuttochè sia di bene presente, nondimeno è così repentina, che molti ne sono stati soprappresi, e morti subitamente.

MALPIGLIO. Così è avvenuto senza fallo; nondimeno io amerei meglio morire d'una subita allegrezza, che lungamente penare.

FORESTIERO. Dunque fuggiamo in vano la moltitudine delle passioni, la quale portiamo dentro di noi.

MALPIGLIO. In vano, per quel che io ne provo.

FORESTIERO. Ma quella delle opinioni fuggiste in guisa giammai, che non la portaste con esso voi?

MALPIGLIO. Molte son le opinioni, che io porto di molte cose, e talora d'una medesima l'ho diversa, perciocchè alcuna volta dico insieme col Petrarca:

Che bel fin fa, chi ben' amando more.
Ed alcun'altra coll'istesso Poeta:

Ed amo anzi un sepolcro bello, e bianco,

Ch'il vostro nome a mio danno si scriva.

E della morte solo, e dell'amore ho varie opinioni, secondo la varietà de' tempi e delle occasioni; ma della sanità e dell' infermità; dell'avversa fortuna e della prospera ; della povertà e della ricchezza; della gentilezza e dell'ignobilità; della possanza e della debolezza; della vita reale e della privata; e dell'attiva e della contemplativa; ed in somma di tutte le cose, delle quali soglion parlar variamente i poeti, gli oratori e gl' istorici, perchè se in un autor medesimo, e se intorno ad un soggetto istesso troL viamo alcuna volta gran diversità di pareri, quanta maggior se ne può ritrovare in tanti scrittori, e si diversi, nati, e cresciuti in si diversi paesi, e fioriti appresso così varie nazioni, e celebrati in così varie lingue?

FORESTIERO. Dunque oltre alla moltitudine de' sensi interiori, e quella dell'immaginazioni, e degli affetti, rinchiudiamo in noi quella delle opinioni.

MALPIGLIO. Io la rinchiudo, se pur rinchiuse son quelle cose, che si manifestano ora colle parole, ora coll' opere. FORESTIERO. Però non molto giova fuggir la moltitudine del popolo esteriore, non potendo lasciar quella dell'interiore.

MALPIGLIO. Picciol giovamento ho fin ora conosciuto dalla prima fuga; ma forse mi gioverà di riposar nelle scienze, come in tempio ed in asilo.

FORESTIERO. Assai buon ricovero è questo; perchè quantunque i sensi a' sensi siano contrarj, e le passioni alle passioni, e l'immaginazioni all'immaginaziɔni, e l'opinioni che da lor dipendono, all'opinioni; nondimeno fra le scienze non dee esser contrarietà, come si crede per molti filosofi. laonde dovete raccogliere la moltitudine delle proposizioni in un certo numero delle scienze, e legarle con un legame, il quale è più saldo, e di maggior prezzo, che non son le catene di diamanti.

MALPIGLIO. Io non saprei far questo laccio, nè disciorlo.

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FORESTIERO. Il nodo della necessità adamantino non può disciorsi; laonde se voi il faceste, avreste fatta cosa indissolubile, nè vi dovrebbe dispiacere, perchè le cose ben legate non si dovrebbono disciogliere.

MALPIGLIO. Troppo buon maestro sarebbe colui, che m'insegnasse di far così preziosa catena; nè so bene, se io debba pregarne il Signor Francesco Patrizio, ovvero alcun altro di questi uomini eccellenti, che sono avuti in pregio per maravigliosa dottrina.

FORESTIERO. Tuttavia fuggendo al porto delle scienze, avreste fuggita piuttosto la contrarietà che la moltitudine; perchè le scienze ancora son molte, e si congiunge l'una coll'altra, in quella guisa che fanno gli anelli della catena.

MALPIGLIO. L'amica moltitudine non dee fuggirsi, laoude se in alcuno di questi porti mi riparassi, mi parrebbe di starvi assai sicuro.

FORESTIERO. Pregate il Signore del porto, che alzi la catena, acciocchè possiate entrarvi senza pericolo.

MALPIGLIO. Se io bene v'intendo, voi intendete del mio parente, il quale onora quel cognome, che noi abbiamo quasi lasciato, adottati in altra famiglia; perciocchè egli ha suprema autorità nelle scienze di filosofia, e conveniente a' suoi meriti, ed alle prove, ch'egli ha fatto disputando, d'esser valorosissimo tra' filosofanti.

FORESTIERO. A me basta di parlare a buon intenditore, perchè non dichiaro altramente la mia intenzione; ma peravventura questo medesimo porto, nel quale gli uomini combattuti dalla fortuna si ritirano molte fiate dalle tempeste del mondo, è simile a quelli, che sono sottoposti ai venti, e ricevono l'agitazione dell'onde.

MALPIGLIO. Fieri venti deono esser quelli che turbano così tranquilla quiete.

FORESTIERO. Fieri e possenti più di alcun altro, e son quelli di cui si legge:

Vidivi alquanti, ch' han turbati i mari,

Con venti avversi, ed intelletti vaghi,

Non per saper, ma per contender chiari.

Ne tante son le onde del Tirreno, quante le diversità dell'opinioni, che si leggono in que' libri stessi, che trattano delle scienze.

MALPIGLIO. In questo mare vi sono molti porti, nẻ l'Egeo, nè alcuno degli altri è così portuoso; tal che non pare che vi sia pericolo, che la nave sdrucita per fiera tempesta percuota in qualche piaggia. Ma in qual voglia. mo entrare; in quell'antico di Platone?

FORESTIERO. In quello, per l'antichità, poche navi, e pochi peregrini oggi si riparano, e quelli per la maggior parte son Greci, che per l'autorità del Cardinal Bessarione, possono farlo sicuramente; e degli Italici alcuni Gentili, più vaghi di mercare onore, e chiara fama, che altra

merce.

MALPIGLIO. Dunque v'ha bello e sicuro stare,

FORESTIERO. Così stimo: nondimeno ancora è commosso da quelle opinioni ch'ebbero Pittagora, Gorgia, Polo, Ippia, Prodico, Trasimaco, Dionisiodoro ed altri filosofi, quasi da venti tempestosi: nè gli argomenti diParmenide, e di Zenone, e di Talete, il lasciano ancora acquetare; e vedreste anco qualche diversità fra l'opinione di Socrate, e quella di Platone suo discepolo, che sotto il nome di Forestiero Ateniese diede in Creti le leggi a quelli di Magnesia, le quali non sono in tutto conformi all'idee della Repubblica, che il suo maestro s'avea formato; ma non minore agitazione vi è nata dapoi, per le dispute d'Ammonio, di Plotino, di Porfirio, di Jamblico, de' due Procli, di Olimpiodoro, di Massimo Tirio, di Macrobio, di Apuleio, del Ficino e del Pico, e d'altri nuovi e vecchi Platonici, dell'una e dell'altra lingua, i quali stanno in perpetua contesa dell'origine e modo della natura dei Demoni, dell'idee, de'numeri, dell'uno, e del bene, del passaggio dell' anime in varj corpi, e del lor ritorno al padre, e delle Repubbliche, e della beatitudine, delle virtù e delle scienze; e se non fosse stato il sottile avvedimento di quel buon Cardinale, che poco innanzi abbiamo nominato, forse il Trapezunzio l'avrebbe distrutto.

MALPIGLIO. Che non ci ricovriamo in quell'altro sì grande, e così nobile che si edifica, della Concordia?

FORESTIERO. Non è fornito ancora; nondimeno magnifica è la fama che di lui s'è divolgata: or dunque lasciamo questo, e quel di Platone, e quel di Senocrate, del quale

si vede appena vestigio, e tutti gli altri a man destra che sono de' Plalonici, e prendiamo questi a sinistra che son de' Peripatetici. Ma qual più vi piace? quel primo, che fece Aristotele medesimo, o pure gli altri che sono opera di Plutarco, d'Alessandro, di Filopono, di Simplicio, di Averroe, d'Alberto, e di San Tommaso, che onora Aquino, più che altri non fece Atene ?

MALPIGLIO. Questo mi pare più sicuro; ma ci veggio tanti legni carichi di quei discreti Religiosi, che mi parrebbe indescrizione il turbargli.

FORESTIERO. Ma in quello di Scoto il medesimo rispetto ci potrebbe ritenere; oltrechè è sì difficile a prenderlo che la nave nell'entrare porterebbe pericolo; ed in quello di Egidio non entrano per usanza, se non quelli della religione.

MALPIGLIO. Dirizziamo dunque le vele al primo.

FORESTIERO. Ma vedete quante onde procellose ci perturbano l'entrare, se i generi e le specie stian per sè, o sian posti negl' intelletti ignudi; se sian corporei o incorporei; se nelle sensibili cose, o separate; se il genere sia più sostanza della specie, o pur meno, come crede Aristotele; se dieci siano i sommi generi, come pare a' Peripatetici, o pur cinque, come vogliono i Platonici; se i nomi siano per natura, come tenne Gratilo, o per compiacimento, come piace ad Aristotele; se il contrario sia più opposto al contrario, come volle Platone, o pure se la prima opposizione sia nella contradizione, come giudica Arìstotele. Quant' altre ve ne sono ancora dell'opposizioni, delle proposizioni, e di quella che i Latini chiamano reciprocazione, e delle figure de' sillogismi, e della risoluzione, e della mescolanza delle proposizioni necessarie, e dell'altre che nominiamo contingenti, o de inesse ; e se dalla maggior necessaria, e dall'altra de inesse, nasca la conclusione necessaria; o se una contingente mescolata fra diecimila necessarie, le faccia contingenti, come disse Proclo; quante del metodo compositivo, del divisivo, del definitivo e dimostrativo; e se tutte le cose si possano dimostrare in cerchio, oppure se di niuna cosa vi sia dimostrazione, oppure alcune si possano dimostrare, ed altre non possano dimostrarsi, ma sian note per se medesime come

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